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  • Immagine del redattoreYlenia Ferrara

Gaslighting: Quando la Realtà Diventa un Labirinto Emotivo

Cos’è il Gaslighting?


Probabilmente avete sentito parlare almeno una volta di gaslighting e in questo articolo cercheremo di capire brevemente di cosa si parla.

Con il termine gaslighting si fa riferimento al processo di manipolazione di una persona con l’obiettivo di farla dubitare di se stessa e della sua stessa sanità mentale. Si tratta di uno specifico tipo di abuso emozionale e psicologico, messo in atto tramite un insieme di tentativi volti a minare la stabilità mentale della persona portandola a mettere in dubbio la sua percezione della realtà e i suoi pensieri.



Da dove deriva il termine Gaslighting?


Il termine "gaslighting" ha origine da una famosa opera teatrale del 1938 intitolata "Gas Light", trasposta poi in un film di George Cukor “Gas Light”, in cui viene raccontata la storia di Paula (Ingrid Bergman) e del marito Gregory (Charles Boyer), che si impegna a farle credere di essere pazza impossessandosi di alcuni gioielli di famiglia senza che lei se ne accorga, utilizzando come strategia quella di alterare le luci della lampada a gas della casa in cui vivono.



Segni distintivi del gaslighting


Il gaslighter si avvale di strategie e comportamenti di manipolazione per controllare e sottomettere l’altro.


Negazione e minimizzazione: Il manipolatore nega o minimizza gli eventi o le azioni che hanno causato il disagio della vittima. Ad esempio, potrebbero dire: "Non ho mai detto una cosa del genere" o "Stai esagerando."


Distorsione dei fatti: Il manipolatore altera la verità e presenta una versione distorta degli eventi. Questo può portare la vittima a dubitare della propria memoria.


Isolamento: Il manipolatore può cercare di isolare la vittima dai loro amici e familiari, rendendoli più vulnerabili alla manipolazione.


Sarcasmo e derisione: Il manipolatore può usare il sarcasmo o la derisione per minare l'autostima della vittima e farla sentire inadeguata.


Proiezione: Il manipolatore può accusare la vittima di fare ciò che lui stesso fa, spostando la colpa.


Svalutazione: per manipolare la vittima, il gaslighter utilizza inizialmente una sottile ironia, per poi passare a criticare e screditare apertamente l’altro, minandone l’autostima. Insinua dubbi sulla moralità, sull’intelligenza e sull’onestà dell’altro, andando a colpire i punti di riferimento affettivi della vittima, per condurla progressivamente all’isolamento.


Condizionamento: il gaslighter utilizza il rinforzo positivo (come parole d’affetto, elogi, cenni di stima) ogni qual volta la vittima appare sul punto di crollare o quando asseconda le sue richieste, mettendo in atto una vera e propria manipolazione affettiva.


Silenzio manipolatorio: il gaslighter utilizza come strategia preferenziale il silenzio, che consiste nel mancato riconoscimento della vittima, sulla base di richieste e pretese disattese. L’abusatore finisce con il rifiutare ogni forma di comunicazione, utilizzando tale strategia come metodo di punizione. La vittima avrà la tendenza ad assumersi tutte le colpe per aver causato la rottura della relazione, e tenderà quindi a scusarsi per il comportamento messo in atto, sottomettendosi ancora una volta al suo carnefice.



Fasi del gaslighting


Il gaslighting si sviluppa secondo tre fasi, a seguito di un primo periodo tendenzialmente piacevole dovuto al fatto che il manipolatore si pone inizialmente in maniera positiva e riempie la sua vittima di complimenti. Il gaslighter è infatti un calcolatore formidabile delle possibili reazioni delle sue vittime delle quali studia i punti deboli. Diviene straordinariamente capace di fornire alla sua vittima sia messaggi positivi che negativi. Il suo scopo in realtà non è deprimerla o affossarla ma renderla migliore secondo il suo disegno. In pratica la rende totalmente dipendente da lui, ostacolando tutto quello che si discosta dal suo disegno.


La prima fase è caratterizzata da una distorsione della comunicazione. La vittima non riesce più a capire il persecutore. I dialoghi sono caratterizzati da silenzi ostili, alternati a piccature destabilizzanti. La vittima si trova così disorientata, confusa nella nebbia.

La seconda fase è caratterizzata da un tentativo di difesa. La vittima cerca di convincere il suo abusante che quello che dice non corrisponde alla verità; prova ad instaurare un dialogo, ostinato, con la speranza che ciò serva a far cambiare il comportamento del gaslighter. La vittima si sente come investita da un compito basilare: le sue capacità d’ascolto e di dialogo riusciranno a far cambiare l’abusante.

La terza fase è la discesa nella depressione. La vittima si convince che ciò che l’abusante dice nei suoi confronti corrisponde a verità, si rassegna, diventa insicura ed estremamente vulnerabile e dipendente. In questa fase la perversione relazionale raggiunge l’apice: la violenza si cronicizza e la vittima si convince della ragione e anche della bontà del manipolatore che, spesso, viene anche idealizzato.



Conseguenze del Gaslighting


Il gaslighting può avere gravi conseguenze per la vittima, tra cui:


Bassa autostima: Il gaslighting mina la fiducia e l'autostima della vittima. A causa delle costanti negazioni, minimizzazioni e manipolazioni della realtà, la vittima può iniziare a dubitare di se stessa e delle proprie percezioni, portando a una bassa autostima.


Confusione: Le vittime di gaslighting spesso si trovano in uno stato di confusione costante. La manipolazione della realtà da parte del manipolatore può portare la vittima a sentirsi disorientata e incapace di distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.


Depressione: L'esperienza continua di essere manipolati e far dubitare della propria percezione può causare depressione. Le vittime possono sentirsi impotenti e intrappolate nella situazione.


Ansia: Il gaslighting può scatenare un senso di ansia costante nella vittima. La paura di sbagliare o di essere costantemente in colpa può causare ansia generalizzata.


Isolamento sociale: A causa del controllo e dell'isolamento imposto dal manipolatore, le vittime spesso si allontanano da amici e familiari. Questo isolamento sociale può portare a una sensazione di solitudine e a una diminuzione del supporto esterno.


Disagio emotivo: Le vittime di gaslighting possono sperimentare un forte disagio emotivo, spesso senza una chiara comprensione di cosa lo stia causando. Questo può includere rabbia, tristezza, frustrazione e disperazione.


Danno alla salute fisica: Lo stress cronico associato al gaslighting può avere un impatto negativo sulla salute fisica della vittima. Può contribuire a problemi come disturbi del sonno, ulcere, disturbi gastrointestinali e persino malattie cardiache.


Dipendenza dal manipolatore: A causa del controllo esercitato dal manipolatore e della progressiva minore fiducia nella propria percezione, le vittime possono sviluppare una dipendenza emotiva dal manipolatore.


Difficoltà nelle relazioni Future: Le vittime di gaslighting possono avere difficoltà a fidarsi di altre persone nelle relazioni future. Questo può rendere difficile instaurare connessioni significative con gli altri.



Come Affrontare il Gaslighting


Riconoscere i segni: Il primo passo per affrontare il gaslighting è riconoscere i segni. Impara a identificare quando qualcuno sta cercando di manipolare la tua percezione o realtà.


Mantieni una documentazione: Tieni traccia degli eventi, delle conversazioni e delle situazioni che ti fanno dubitare di te stesso (messaggi, email, foto, registrazioni). Questa documentazione può essere utile se decidi di cercare assistenza legale o terapeutica.


Cerca supporto: Parla con amici fidati, familiari per ottenere supporto e prospettive esterne. Rivolgiti ad un professionista psicologo che possa accompagnarti nel ritrovare l’autostima persa e uscire da questa situazione.




Questo articolo vuole essere informativo e non uno strumento di autodiagnosi, se ti senti in difficoltà su qualche aspetto non esitare a contattarmi, rifletteremo insieme su quale potrebbe essere la strada più adatta a te.

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